Parte prima

C’era una volta una piccola bambina. La bimba  viveva in un paesino  nascosto in montagna, insieme con i suoi genitori. Nel paese tutte le persone si conoscevano e si rispettavano.

Una volta, a metà dell’estate si scatenò un temporale forte e spazzò ogni cosa dalla strada . Da quel giorno in poi la madre della bimba si ammalò. Il padre chiamò il vecchio guaritòre del paesino, che sapeva curare tutte le malattie. Ma la situazione era molto grave. La madre   capì che non le rimanevano più molti giorni su questa terra. Una mattina lei chiamò sua figlia e cominciò a parlarle lentamente:

“Figlia mia, non potrò godere della gioia della vita ancora a lungo . Ma prima che me ne vada da questo mondo, vorrei raccontarti una vecchia storia. La mia nonna diceva, che questo era il destino  della  nostra famiglia…”

La bimba si  rannicchiò vicino al cuscino della madre col fiato sospeso. Aveva solo sette anni. Ancora non poteva distinguere favola e realtà.

“La notte prima che nascesse mia nonna, a casa si era fermata a pernottare una vecchietta.Questa  pregò la madre di mia nonna che al compimento dei sette anni della nascitura le spiegasse la magia delle parole. Perché “ disse “ ogni parola nasconde dentro di sé una grande forza.”

La bambina si strinse ancora più forte   al corpo di sua madre, che si spegneva. E senza sapere come, chiuse gli occhi, per poter sentire meglio ogni suono, che usciva dalle  labbra della madre.

“Quando non ci sarò più, quando rimarrai da sola a casa  senza nessuno con cui poter parlare…ricordati del mio ultimo insegnamento  “ e leggermènte si appoggiò sul cuscino. La madre mentre perdeva le ultime forza disse  ancora: “ Quando sei arrabiata, irritata, perché non hai quello che vuoi o quando sei triste e confusa, perché non ci sarà nessuno ad appoggiarti , quando ti capiterà di offèndere qualcuno  dovrai lanciare una pietra nel giardino. …”

“Però mamma, mamma spiegami come mi aiuterà questa pietra? Lei non può parlare come te! Allora che cosa farò io?”

“Dopo che  lanci la pietra, racconta a voce alta quello che ti rende triste  o ti tormenta e sentirai, come il male passerà. E non solo questo…Il male non tornerà più da te.

“E poi che cosa  succederà mamma? Quante pietre bisogna lanciare ,per essere felice un giorno intero?

“Questo lo diciderai tu, figlia mia…Ricordati – il dolore è l’ombra della tua felicita! Quando un giorno ti sentirai bene e  tutto , quello che dirai e farai ti porterà gioia allora non avrai bisogno più di lanciare pietre nel giardino … allòra…”

“Allora che cosa, mamma? Mamma non addormentarti , e poi che cosa farò? Mamma, mi senti?”

La bambina chiedeva disperata, però la sua madre non poteva più continuare il suo racconto… Lei era gia passata nel regno dei morti.

детелина

Parte seconda

Non era passato molto tempo e il padre della bimba era  andato lontano all’estero per lavoro. La ragazzina era rimasta da sola e doveva prendersi cura di se stessa.

Quanto più i giorni e le notti passavano , tanto più la tristezza e la solitudine  la abbracciavano come una  cortina di nebbia.  Un giorno la fanciulla si ricordò il testamento di sua madre. Da quel giorno cominciò a  lanciare una pietra la sera quando il sole si avicinava al suo tramonto, perché cosi l’ombra della pietra era più lunga… E ecco cosa successe ! Lei sentì il cambiamento, che iniziò  a penetrare come un raggio di sole atraverso la serratura di una porta  sbarrata

Un giorno  la ragazza si senti cosi  leggera e sicura di se stessa, che non provava il bisogno di lanciare le pietre. Anche il giardino era gia quasi pieno. Però adesso   non sapeva che cosa poteva fare d’ora in poi. La sera la ragazza accese una candela , chiuse gli occhi e  disse sottovoce : “ Mamma, so che mi senti! Adesso , quando non ho bisogno di queste pietre , che cosa faccio di  loro? Voglio vedere di nuovo i fiori del mio giardino!”

Nella notte la madre  si mostrò nel suo sogno e disse: “ Figlia mia, raccògli le pietre  e portale via vicino alla quercia grande, che è cresciuta sulla strada davanti a casa nostra. E quando le metti in fila augura qualcosa di buono a ogni una di loro. Cosi perdonerai agli altri e te stessa!”

All’alba, al primo canto del gallo la fanciulla saltò dall letto e si occupò del lavoro. Tutto il giorno lavorò instanncàbile e al tramonto le pietre erano gia al posto indicato – sotto l’ombra della quercia secolare. Dopo quando ebbe portato  anche l’ultima pietra,  si sedette contenta per un po’ di tempo per ammirare al sua opera. Mise  la testa sulle radici dell’albero e si addormentò  dolcemente. Se passò molto tempo o no, nessuno potrebbe dirlo.

La fanciulla fu svegliata dal  sussurro del vento, che accarezzava con tenerezza i suoi cappelli. Una vecchia foglia attirò la sua attenzione. Era estate è raramente si potevano vedere  foglie secche  intorno. Quando la ragazza si inchinò per vederla meglio da vicino, sussultò dalla sorpresa. Non poteva trattènere la sua gioia per quello che aveva visto nascosto dentro  la vecchia foglia. Lì vi era un quadrifoglio  le cui foglie , che avvertivano che la felicità  è sempre vicino a te.

Nella mattina dopo la ragazza andò di nuovo alla vecchia quercia. Ma che  sorpresa fu per lei, quando  vide che dal tronco sgorgave acqua limpida e pura . Il sole giocava con l’acqua, inondandola con  i suoi raggi colorati. La fanciulla assettata abbassò la testa e bevve un po’.

Ancora oggi, chiunque passi su quella strada si ferma da bere dalla sorgente. La leggenda racconta che lì ancora scorre l’acqua viva, che unisce la mente e il cuore. La hanno chiamata la sorgente della felicità.

Dimitrinka Yordanova